L’utilizzo dei media digitali varia notevolmente a seconda dell’età. Al più tardi all’inizio della scuola media, gli adolescenti possiedono un proprio smartphone.
La maggior parte delle ricerche nazionali e internazionali sugli aspetti sanitari dell’utilizzo dei media si concentra sui lati negativi, mentre gli effetti potenzialmente positivi non sono studiati a sufficienza. Le relazioni rilevate sono in genere scientificamente deboli e, pertanto, di limitata rilevanza pratica.
Attualmente non esiste alcuna prova inequivocabile del legame tra le onde elettromagnetiche ad alta frequenza e lo sviluppo di tumori cerebrali. Lo stesso vale per le onde elettromagnetiche a bassa frequenza e l’insorgenza di leucemia infantile e giovanile. I risultati degli studi sono tuttavia eterogenei.
Un consumo frequente di media digitali, in particolare della televisione, va spesso di pari passo con insufficiente attività fisica e sovrappeso. La mancanza di moto e l’eccessiva sollecitazione di singole parti del corpo mediante movimenti ripetitivi sono correlate a disturbi muscoloscheletrici.
A breve termine, un uso smodato della tv può causare secchezza, arrossamento, lacrimazione e stanchezza oculare nonché difficoltà nella messa a fuoco. Mancano studi empirici relativi alle conseguenze a lungo termine.
L’esposizione alla luce blu degli schermi prima di andare a letto può rendere difficoltoso l’addormentamento. L’uso massiccio di telefoni cellulari e le chiamate e i messaggi in arrivo possono provocare disturbi del sonno.
I media digitali possono accrescere o ridurre il livello di stress, a seconda dell’intensità d’uso e dei contenuti fruiti.
Il termine «dipendenza da Internet» comprende una vasta gamma di disturbi, manca quindi un quadro patologico uniforme. La dipendenza da Internet è correlata a isolamento e a una maggiore frequenza di sintomi depressivi.
Le immagini del corpo idealizzate proposte dai media possono avere un impatto negativo soprattutto sulle ragazze, già insoddisfatte del proprio corpo, causando per esempio disturbi alimentari.
I media digitali hanno sia la potenzialità di favorire sia quella di inibire lo sviluppo, tutto dipende dalla dose e dal contenuto.
La violenza mediatica può costituire un fattore di rischio per comportamenti aggressivi. Il fatto che tale aggressività sfoci poi in violenza vera e propria o meno è controverso.